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La Rotonda della Musta
Relazione Architettonica del Grongnet

Documenti editi dal Sac Edgardo G(offredo) Salomone

(con tre riproduzioni)


MALTA
Tipografia Casa San Giuseppe,
Hamrun,
1913


PREFAZIONE


La Rotunda della Musta"La Rotunda della Musta" pubblicato dal Sac. Don Edgardo Salomone.

(p.3) Nel primo Volume della sua “History of Modem Styles of Architecture” (London, John Murray, Albemarle Street, 1891, Third Edition Revised), il Signor James Fergusson, D.C.L., F.R. S., M. R. A. S., descrive la costruzione della Chiesa Rotonda della Musta.


Quivi questo erudito Scozzese ne attribuisce il merito della erezione al maestro muratore Michel’Angelo Gatt: mentre ignora quasi del tutto, l’ingegno del grande Disegnatore della chiesa, che malgrado la sua mutilata esecuzione lo fece classificare tra gli eminenti architetti.1


Di più questo scrittore non esita di mettere in dubbio l’originalità del disegno del Grongnet.2


La pubblicità dei seguenti Documenti, copiati dagli originali scritti del nostro Architetto, e che tuttora si conservano dal Signor Gentiluomo Giuseppe Maria Chetcuti della Musta, nonche delle riproduzioni dei corrispondenti disegni provera l’ingiustizia di quelle insinuazioni e servirà a rendere questo Grande Maltese, se possibile, vieppiù riconosciuto dai suoi connazionali ed ammiratori.


Giorgio Grongnet de Vassé, Maltese di nascita, verso il primo terzo del secolo passato, reduce in Patria dopo le campagne di Napoleone il Grande in Egitto, ove si distinse quale Ingegnere Militare, avea formato (p.4) l’idea di rendere pubblico il suo ingegno singolare e le molteplici sue conoscenzo. Egli intanto privo di beni di fortuna, senza alcuna pensione o con una tenue somma di denaro, accumulata durante la sua carriera militare, aveva bisogno di guadagnarsi un pò di ben di Dio per mettere su la sua famigluola e mantenersi; pure pochi lucri ricavava dai suoi sudori letterarii: benche egli era sussidiato da amici, che lo calcolavano da savio. Egli quindi già maturava il grandiose progetto della costruzione di una Chiesa Rotunda, parto della sua particolare inclinazione, e già ne aveva tracciato la mole, lo stile, e le difficoltà architettoniche, come anche aveva studiato i mezzi di poter facilmente mettere in esecuzione un tanto colossale monumento, studiando, salvo la difficoltà pecuniarie, tutte le risoluzioni che fossero per sorgere durante quell’esecuzione. Intanto egli cercava qual ramo del popolo Maltese fosse per abbracciare questo suo fragoroso programma di mole gigantesca, di spese enormi, di fatiche insuperabili e di lotta invincibile contro le volgari opinioni, ed in tempi in cui Malta era allo stato di poverta estrema, calcolando lo scudo alla £.


Il popolo della Musta, che in quell’Epoca (1830), già sentiva il bisogno dell’ampliamento del suo tempio parrocchiale, reso angusto per l’incremento rapido e progressive dei suoi fedeli, emetteva a suon di tromba l’urgente bisogno di modificare la sua Chiesa o di costruire una nuova da poter soddisfare alle esigenze del tempo. Tale idea echeggiata, venue in cognizione del Grongnet, il quale definitivameute si pose a delineare la sua agognata fabbrica in pianta, non tralasciando la benchè minima particularità esigibile dall’arte, e ne svolse tutte le diffieoltà relative al mode di costruire la sua Rotonda. Conoscendo che nella parrocchia della Musta si venerava la Santissima Vergine Deipara nella sua Gloriosa Assunzione in cielo, il Grongnet nel suo concetto nulla tralascio per introdurre la manifestazione di questo Mistero - studiandolo per modo, che chi osserva bene la riproduzione, quivi annessa, dello spaccato della pianta (p.5) originale, tuttora appesa in Sacristia della Rotonda, avvisa che tutto in ossa ispira il Sublime Mistoro dell’Assunzione della Vergine.


Il Grongnet, preparato il suo lavoro, fornito di spaccati ed altri schiarimenti relativi al soggetto, conferì col compianto Parroco della Musta, Dr. Don Felice Calleja - uomo erudito, di sentimenti elevati e munito di inaudito coraggio - al quale presentando i suoi lavori, comunicò la sua originale idea del suo maestoso progetto. Il buon Parroco quasi esterefatto della magnificenza della proposta e della enorme spesa, da incorrere per tale impresa, quasi inesigibile in quei tempi, pure invaghito, in lotta colla povertà d’intorno, domandò al grande artista del tempo per esaminare e maturare bene l’effettuabilità della grande impresa pria che un' indesiderabile negativa togliesse la speranza ad un’opera, che dovea aprire un campo onorifico, non solo a lui, alio autore, ed al Casale, ma a tutta Malta.


La Rotunda della Musta Chiesa antica di Casal Musta sulla medesima scala di palmi maltesi della facciata della Chiesa nuova e che puo conservare … detta vecchia e per erigere … differenza in grandezza tra ambi…
Sketch of Old Parish Church of Musta from original Drawing in pencil by Architect Engineer George Grongnet de Vasse as seen above.

Il Parroco trepidante d’incertezza, ma inclinato e travolto dal fascino del cuore, studiò, concepì progetti, e s’inebriò di speranze - ma - speranze vane - di sacchi d’ oro veduti in sogno: espresse i suoi pensieri ai suoi amici della Musta, esponendo la elaborata pianta della nuova chiesa, comunicò tutto anche ai suoi Parrocchiani. Tutto questo non fece allignare che controversie, agitazioni, e confusione tale, che il Parroco non poteva devenire ad una risoluzione in accordo colla opinione pubblica. Egli con tuttociò vieppiù innamorato, risolvette tra se in modo assoluto, accosto di andare mendicando e compromettersi, di fondare costituendo la nuova chiesa, erede universale di tutti i suoi averi, che in quell’epoca ammontavano alla bella somma di 30 mila scudi, e di affrontare baldanzoso ed intrepido tutti i suoi oppositori, fermo nell’idea di far costruire, proprio come sta nella pianta, la Rotonda del Grongnet in quanto a grandezza, stile, e declicazione titolare.


Il Grongnet, ricompensato di solo vitto e tenue somma di denaro, si accontentò ai voleri del magnanimo (p.6) Cappellano. - Qui incominciarono le dolenti note che tanto lo afflissero. Il progetto, come già si è veduto, sembrava a tutti, salvo ai due Progettori, una chimera, un palazzo di Aladino, una azzardosa impresa, una superbia del povero, quasi, una impossibilità chiara tanto, che i due compianti Iniziatori del Duomo Mustino passavano da pazzi. Il Parroco durante tale conflitto di opinioni e di vilipendi rimase inflessibile. Dall’altra parte il grande architetto, nell’umiltà del suo carattere accoppiava una fecondita tale d’ ingegno, che, lungi dal venir meno, propugnava il suo ideale con scritti vibranti di energia ed erudizione, quali si possono ammirare nei Documenti, qui appresso riportati.


Proveranno, pure, tali documenti che durante la esecuzione della fabbrica, quando per ragioni triviali e prepotenti gli si mutilava dallo originate disegno, qualche parte estetica od architettonica, sapeva bene difenderla e protestarla nel modo più scientifico e razionale da fare stultificare chi su di lui pretendeva imporsi, mettendolo, per quanto in suo potere, all’ordine della materia.


Grongnet però non raggiungeva mai il suo ideale nel fare eseguire tutto e completamente il suo eminente progetto, per quanto egli si dibattesse con eroica fermezza e con indiscutibili argomenti e proteste pubbliche, quali si trovano presso gli Atti del Signor Notaro Giuseppe Chetcuti della Musta, perchè egli nella penuria dei suoi tempi, cozzava colla scarsezza del denaro e colla parvezza di idealità del Comitato Direttivo della nuova chiesa, dal quale dipendeva la spesa necessaria e la sanzione del lavoro da effettuarsi. Sotto tali stringenti circostanze il Grongnet dirigeva il colossale ed ammirabile tempio, e fu sua fortuna, l’ averlo compito tal quale è ai tempi presenti.


D(on) E(dgardo) S(alomone)


Riferimenti

  1. A pagina 46 si legge: “Although the merit of the original suggestion of the design is due to a local architect, of the name of Grongnet, the real architect of the building was the village mason Angelo Gatt” … “It was he, who insisted on erecting the dome without scaffolding and showed how it could be done by simply notching each course to the one below it.”
  2. “Gatt and his brother masons … were following drawings selected from books by Grongnet or some one else …” Di piu a pagina 47 il Fergusson continua: “Had the designers of this building only got a learned architect to look over their designs.”


Documento I


Relazione Architettonica Teorica, e Pratica scritta dall’Ingegnere-Architetto Giorgio Grongnet relativamente al suo disegno del nuovo Tempio da doversi costruire a Casal Musta posto nella campagna di Malta


(Ghat-traduzzjoni tad-Dokument bil-Malti ara link)


(p.9) Io sottoscritto Architetto-Ingegnere essendo stato pregato dai Signori Deputati di Casal Musta, e da loro onorato sommamente per l’incombenza datami di eriggere dai fondamenti il loro Tempio principale, che per vetustà più non era prudenza di fidarsene e per piccolezza non era più capace a contenere quella crescente Popolazione, piacque la mia di costruire una Chiesa Rotonda simile a presso a poco si in forma come in ampiezza al Panteon Romano, nella quale si contenesse la Vecchia Chiesa, onde servisse in fino al termine della nuova fabbrica. Questa dimensione essendosi trovata a caso battere esattamente colla vastità richiesta a contenere la presente popolazione di quel vasto casale, o villaggio, vale a dire di un vuoto interno circolare di 160 palmi maltesi di diametro, ossia di canne venti, che a 4 palmi quadri per persona, da giustamente la spazio a 5,000 persone circa; ciò non ostante sono insorti dei dubbi, che la vastità di detto vuoto non avrebbe potuto sostenere la vôlta, ossia cupola di questo nuovo futuro ediflcio attese le qualità della pietra di Malta, credute da tal’uni non ate a riempire le funzioni desiderate quindi avendo i signori deputati di quel villaggio posto mente a tedi difficoltà si sono saviamente diretti a Sua Eccellenza il nostro Onorabilissimo Signor Governatore (Sir F. C. Ponsonby, Governatore di Malta dal 1827 al 1836 - Nota dell’Editore), Il quale intese avendo, e gustate le loro solide ragioni, si è graziosamente compiaciuto di rimettere la decisione di tale affare a 4 Periti pratici affinchè approvando eglino il mio disegno, si mettesse subito mano all’opera. Io intanto non ho mancato di dare tutti quei schiarimenti che l’arte somministra per giustificare pienamente la possibilità del mio disegno, quali per comune soddisfacimento espongo qui in tutta la loro estensione.


E primieramente se si riguarda alla spinta, ossia al Conato continuo che fa la volta di agire perpetuamente contro i muri o piedritti del Tempio, questa è assai minors di quella che il Panteon di Roma forma, o produce contro i suoi muri, poichè in quello la grossezza del muro e la sola sesta parte del suo diametro interno doveché nel mio progetto è la quinta parte si aggiunga che quella Volta è emisferica e per conseguenza ha tre volte più di spinta che non ha la nostra, la quale per essere di forma ossia di curva Catenaria non ha che pochissima spinta.


Il Diametro interno, ossia il vaquo del Panteon Romano è giusto di 194 palmi Romani, il che vien giustamente (p.10) a battere a 160 palmi Maltesi, che è appunto il diametro interno della nostra progettata Rotonda.


Se poi si riguarda alla pressione ossia al carico che ogni palmo cubo di pietra di Malta sosterrà in questa nuova chiesa, da me disegnata, e moltissimo minore di quel che potrebbe sostenere un palmo cubo di detta pietra senza sfranqersi dal peso sopraposto. In fatti  ogni palmo cubo di pietra tenera secondo il Milizia (vedi I suoi principia d’architettura civile al Tom 3o. pagina 227 edizione di Bossano del 1785) eguale ad un palmo cubo die pietra tenera di Malta a ciò destinata, che è quella detta tal inghiret presso al Casal Luca, o di altra simile qualità, sostiene 66,276 libre di peso secondo le dimensioni del mio progettato Tempio che dove secondo il detto signor Milizia, e secondo i primi matematici che egli cita per giustificare la sua asserzione, può sostenere senza frangersi un peso di libbre 248,832, ed in conseguenza ne sostiene di meno di quel che potrebbe sostenere senza frangersi un peso di 182,456 libbre di meno.


Essendo poi il Vaquo del nostro disegnato Tempio di 160 palmi maltesi di diametro conterrà di consegunza palmi quadri di ara 20,080 e dando quattro palmi quadri per ogni persona conterrà 5,024 persone, il che viene a superare la popolazione attuuale di Casal Musta, circa un quinto


Ma per fare ritorno ai due punti i più importanti quelli cioè della spinta, e della pressione de Carrichi Ecco le misure esatte del Panteon Romano, onde potersi paragonare a quelle del nostro disegno per Casal Musta, e primieramente.


  • La larghezza interna di esso Panteon di Roma ossia il suo diametro interno fra muro e muro è di palmi Romani 194, corrispondenti a palmi Maltesi 160.
  • La grossezza del muro che circonda detto Panteon, e che sostiene la volta, o cupola, di esso e di palmi Romani 31 ossia di palmi Maltesi 25, e 10 oncie.
  • L’altezza interna presa perpendicolarmente dal pavimento sino al Buco o Fenestra unica e circolare di quella cupola e di palmi Romani 194, ossia di palmi di Malta 160. - Il muro che sostiene la cupola e alto da terra sino al cominciar di essa volta 110 palmi Romani o palmi Maltesi 92.
  • L’altezza di esso muro esternamente presa da terra sino alla nascita della cupola, che par cominciare sul cornicione esterno e di palmi Romani 150, o palmi Maltesi 125.
  • La grossezza della volta Emisferica presa dalla sua nascita sur cornicione dell’attico interno, è di palmi Romani 30, ossia palmi Maltesi 25.
  • La grossezza di essa volta presa dalla sua nascita apparente nell’ esterno dell’ Edificio, cioè sulla ultima cornice esterna è di palmi Romani 6, o palmi Maltesi 5.
  • Finalmente il diametro di esso bicco, o Luce, che è l’unica fenestra che illumina tutto l’interno del Panteon Romano suddetto, e di Palmi Romani 35, o di palmi Maltesi 29.

(p.11) Si paragonino queste misure a quelle del nostro progettato disegno e si vedranno chiaramente i vantaggi che ne scemano di moltissimo la spinta.


E qui non sarà fuor di proposito il calcolare il peso che sosteranno le pietre inferiori di tutto il nostro progettato edificio, che per venire ad una innegabile evidenza sarà necessario prima il terminare il peso ed il volume dei materiali a ciò destinati.


Un palmo cubo di pietra tenera di Malta sopra menzionata

  • Pesa oncie 1,053
  • Pesa libre 39
  • Contiene oncie cubiche 1,728
  • Un canna cubica pesa libre 16,896
  • Contiene oncie cubiche 1,284,736
  • Contiene palmi cubice 512
  • Un cubo di detta pietra, il quale contenga in se 64 oncie cubiche ossia di volume di 64 oncie, pesa oncie 39.

Di più secondo il mio disegno progettato per la Musta, ogni palmo quadro o cubo die pietre poste le più inferiori a tutto l’edificio sostiene 84 palmi cubici, quali pesano libbre 5,544. Ogni palmo o piede cubico di pietra tenera suddetta può sostenere senza frangersi un peso di libbre 248,000: dunque nel caso nostro un palmo cubo verrà a sostenere meno di quel peso che potrebbe sostenere senza frangersi 48: volte circa ossian libbre di meno 242,365 e 5 oncie.


Se in fine noi vorremo cominciare a formarci una qualche idea della spesa che bisognerà per la sola muratura dell’edificio in progetto dirò che do o averla misurata nel mio disegno trovo che conterrà canne cubidie circa 4.000 le quali valutate l’una per l’altra secondo la pratica asserzione del Signor Capo-Maestro Michele Cachia del Zeitun a scudi maltesi 20 per ogni canna cubica, dico e trovo importare scudi 80,000.


Ora io in queste 4,000 canne cubiche ho contati anco i vani delle cappelle ed altri vuoti, e ciò per compensare a un dipresso il costo dei lavori studiati del taglio delle pietre che non va compreso con la semplice muratura.


In ultimo luogo do le mie ragioni per preferire la forma rotonda del mio progettato Tempio a qualunque altra, le quali ragioni per esser in se stesse molto chiare ed evidenti hanno indotto i Signori Deputati e tutta la popolazione insiememente di Casal Musta ad adottarla con un entusiasmo pari alla loro giustissima volontà di vedere questo Tempio principiarsi a costruire del più presto possibile


Per sei ragioni adunque la forma rotonda e preferibile nel caso nostro a qualunque altra forma:

  • 1o. Per conservare la Chiesa vecchia rinchiusa in quella sino al termine del lavoro, ossia della copertura della volta, e frattanto quella ottima popolazione non rimaner senza Chiesa dove poter fare le sue consuete preghiere.
  • 2o. Per poter contenere liberamente e senza strettezza da circo 6,000 (p.12) persone ammonto approssimatiro della popolazione attuale di quel vasto villaggio poichè si sa, che fra tulte le geometriche superficie la rotonda è quella appunto che contiene in se un maggior spazio.
  • 3o. Per non dover toccare affatto i sepolcri del morti di peste, restando codesti cadaveri sotto al pavimento della Chiesa progettata, dove alcun pilastro, o colonna poserà, su quelli.
  • 4o. Perchè la Chiesa vecchia servirà in gran parte di armatura alla costruzione della gran cupola, la onde ne risulterà grande economia di travi e di lavoro
  • 5o. Perchè nella nostra rotonda chiesa non dovendo esservi pilastri, o colonne isolate di sorta alcuna ne risulterà un’altra non meno grande economia nel fabricare.
  • 6o. In fine, perchè in tal maniera si otterrà una gran bellezza e singolarità, ma sopra tutto una varieta desideratissima in Malta, dove tutte quasi le Chiese capiate sono servilmente l’una dall’altra.

Questo e quanto ho creduto dover ragionatamente esporre a chi Comanda, ed a chi sarà incaricato di giudicare il mio progetto, riserbandomi sempre pronto a sciogliere le difficoltà non ancora prevedute, che talvoltà potrebbero nascere per lo futuro e intanto mi sottoscrivo,


fatto in Valletta, oggi li 18 Gennajo 1833.


L’Architetto-Ingegnere
(firmato) Giorgio Grongnet



Documento II


Relazione Dimostrativa della Possibiltà Della Rotonda secondo i Calcoli ed il Disegno del Signor Architetto ed Ingegnere Giorgio Grongnet —1838


Relazione sul mio Progetto per la nuova Chiesa da Fabricarsi di pianta in Casal Musta
J. M. J.


    Pjanta ohra tar-RotundaTOMIGRAPHIA SIVE SECTIO QVAE TRANSIT PER MEDIAM LONGITVDINEM TEMPLI QVOD SENATVS POPVLVSQVE MVSTINVS VIRIGINI DEIPARAE IN COELVM ASSVMPTAE E FVNDAMENTIS EXTOLLERE DECREVIT M.D.CCC.XXX.III

    Pjanta ohra tar-RotundaICNOGRAPHIA SACRAE MOLIS QVAM INCOLAE PAGI MVSTAE DEIPARAE VIRGINI E FVNDAMENTIS EREXERE GEORGIO GRONGNET ARCHITECTO A SAL. MD.CCC.XL
  1. (p.15) Io sottoscritto architetto Ingegnere onorato dai Signori Deputati della Musta dell’incarico di formar un disegno di Chiesa Parrocchiale, che vogliono costruire di figura rotonda come la più adattata al loro sito e ridondante di diversi vantaggi, dovendo dimostrare matematicamente la sua fattibilità in pietra di Malta e la maggior possibile durata, in ossequio all' onorevole comando di Sua Eccellenza Onorabilissima il Degnissimo Signor Nostro Governatore, messomi con tutto l’ingegno e mediante la grande impresa, tutta nuova per questa Isola, consultati diversi autori ed i principj dell’arte, prese le opportune istruzioni si teorici che pratici in unione degli altri Signori Pratici prevj gli esami, sperimenti e calcoli necessarii, mi prendo l’onor di riferire, che non potendosi piu dubitare, se sia possibile il progettato tempio Rotondo del Diametro di canne 20 maltesi corrispondenti per l’appunto al Diametro del Pantheon di Roma di 194 palmi Romani, quando si ammirano in piu regioni dell’ Europa simili vasti edifici sacri e anche (p.16) profani, eretti in materiali ove più ove meno forti della nostra pietra, si riduce dunque tuita la difficoltà nel risolvere il seguente problema: Di qual forza e grossezza debba costruirsi il muro circolare ossia tamburro della nuova Rotonda, per resistere alla spinta ed alla pressione della sua gran cupola?
  2. Per procedere con metodo e chiarezza, ho creduto necessario di premettersi alcuni principj sì teorici che pratici, su cui basare ogni divisamento di teoria e di pratica.
    E’ principio fondamentale, che per reggere lungo tempo un edificio, bisogna che la resistenza sia maggiore della pressione sia nei muri verticali sia negli obliqui ossieno volte o archi o cupole. Ogni pietra componente parte di un’edificio agisce di continuo con la sua gravità o verticalmente nei muri verticali ed obbliquamente nelle volte. Quando agisce verticalmente o agisce in basso col suo peso il che si chiama pressione o agisce in super sostenere il carico sopraposto, e la sua azione allora si chiama resistenza. Se agisce obbliquamente come nelle volte e cuppole, la pressione e la spinta e in ragion diretta del peso dei materiali e inversa della curvatura.
  3. Che si possa erigere di pietra maltese anche tenera qualunque muro verticale anche di centinaja di filate non si può dubitare avendo per direttrice la sperienza di ben altri edificii e la teoria approvata da celebri matematici ed architetti, riportati dall’ Eruditissimo Francesco Milizia nei suoi “Principj d’ architettura Civile” al tomo 3, pag. 227, edizione di Bossano del 1785, ove ci assicura che ogni piede cubo, corrispondente al palmo cubico maltese di pietra tenera qual è la nostra di questa Isola alla parte della Musta può sostenere senza stritolarsi o crepare un peso di libbre 248,832 di Milano corrispondenti a Rotoli Maltesi No. 99,533.
  4. Dunque ogni canna quadra ossieno palmi n. 64 sono nel caso di sostenere un carico di Rotoli 6,370,092. Perciò tutta la superficia del muro della nostra Rotonda della larghezza di canne quattro ossieno palmi 32 può senza alcun suo nocimento sostenere Rotoli 2,866,096,538 essendo la superficie del muro circolare di canne quadre n. 301,4 or questa forza e resistenza è la somma dei cubi isolati, mentre considerati in una massa per la loro contiguità e per quel principio fisico: u “Vis Unita fortior” acquistano altra forza chiamata del terzo, perchè secondo i pratici è un terzo di più, cioe Rotoli 655,365,512,2 sicche la superficie del muro può sostenere Rotoli 3,821,462,050 che si riducono a quintali maltesi n. 38,214,620½.
    E questo par che basti per dimostrare la forza di resistenza dell’ideato muro circolare di canne 4 di grossezza, considerato anche nella sua altezza dal pavimento in su sino alia nascita (p.17) della cuppola, cioè, parlando del solo tamburro, simile a quello del Panteon, allo 110 palmi Romani, corrispondenti a palmi maltesi 92.
  5. Ma tutta la difficoltà risiede nel calcolare la forza della spinta e della pressione del muro obliquo, che chiamiamo Cuppola. Questa agisce di continuo obliquamente, in ragion del suo peso e della sua obliquità, dalla linea di direzione dal suo tamburro in fuori. Sicchè per calcolare il suo perpetuo conato, abbiam bisogno di liquidare la sua grossezza, la sua, altezza, il suo peso e la spinta in ragion inversa della sua curvità. Eccoveli analiticamente e matematicamente spiegati.
  6. Il massiccio della cupola sarà al più dalla sua nascità della grossezza di una canna maltese e cominciando gradatamente ad estremarsi in su, sinchè termina al suo ombelico, nella grossezza di palmi tre, circa, si può considerare una piramide quadrangolare troncata, che avrà per base tutta la superficie superiore del muro verticale, sin pero alla larghezza della canna interior che vien ad essere di canne 63; ed essendo il peso medio di un palmo cubo della pietra della Musta e del Nasciaro, della tenera migliore, usata negli edifizii, di rotoli maltesi quaranta circa, secondo i fatti sperimenti; così, una canna Cuba ossieno palmi 512, pesano rotoli 20,480, moltiplicati per la periferia del tamburro alla parte interiore, che è di canne 963, danno il peso della prima canna cuba circolare della cupola, di Rotoli maltesi 1,290,240. - Moltiplicato questo peso per venti canne, che e presso a poco l’altezza della nostra cupola, della curva catenaria, come si può riscontrare nella seguente figura, ci darà la somma di Rotoli 25,804,800.
    Ma da questa somma bisogna estrarre la metà, dovendo riestremarsi qual piramide troncata, della superficie di un trapezio, ce ne rimarrano in realtà Rotoli 12,902,400, che danno quintali maltesi n. 124,024.
    Cosicchè la forza di resistenza sopra al n. 4, ritrovata di quintali maltesi n. 38,214,620 e ½, vien a superare il peso della cupola sud: di qli. 129,024, nella enorme differenza di quintali maltesi no. 38,085,596½.
  7. Se poi si considera la curvità della progettata cupola, essendo proposta la catenaria superiore verso un terzo, all’emisferica, come costa dalla seguente figura, cosi la sua spinta sarà minore verso un terzo di quella del Panteon, che e emisferica giacchè considerate il tamburro, qual ippomoclio, ossia punto d’appoggio e la volta una leva, quanto più di questa sarà acuto l’angolo erimoto, dalla direzione orizontale ove risiede la sua maggior forza, tanto minore sard questa nella di cui properzione va la sua spinta.
  8. (p.18)
    Il-hxuna tat-tanbur skont DechalesSulla sinistra la grossezza del muro del tamburo secondo il Signor Dechales, sulla destra la grossezza del tamburo nel nostro disegno di 4 palmi maltesi (con rastremazione del muro superiore).
    PG è Base a scala di 20 canne della Rotonda cioè di palmi 160.
    ADFEB - la sua curva catenaria o cupola.
    MF - suo asse ossia altezza di cann 26 ossia palmi 208.
    VP.VY - la lunghezza del tamburo.
    ACB - è la cupola emisferica.
    CF - superiorita in 34 palmi della catenaria sull'emisferica.
    Per esser più aggiorno di questa verità teorica e pratica, il celebre Padre Gesuita Claudio Bechales, nel suo “Mondo Matematieo” Tom. 2, pag. 11, prop. 15, Edizione di Lione, del 1674, ci dà la seguente costruzione e figura. Sia il tamburro della Rotonda ABPQ, del nostro diametro di canne 20, Si tiri sopra, prima la curva emisferica ACB: Indi col centro A, intervallo AB, l’altra curva BEG. Più col centro B, intervallo BA, la curva ADG, che intersechi l’altra al punto G e dalle metà delle curve AG e BG, tirate le vette DB e AE che s’incrocicchiano al punto H: con questo punto H e con l’apertura HD, si descriva l’arco DFL; compirà questo la nostra curva latenaria ABFEB, che per l’appunto e la curvità della nostra cuppola. Una riproduzione della figura suddetta
  9. Or. per trovare la grossezza del muro, che avrà sufficiente resistenza e superiorità alla suddetta curva catenaria, ecco la pratica suggerita dal nostro matematieo. Si ripartisca ugualmente la detta curva catenaria nei parti X e L. Dal punto X, si tira la retta XA, che si prolunghi direttamente verso V, sicchè AV sia uguale ad AX. Dal punto A si tiri la AZ perpendicolare ad AP e dal punto Y. si tiri VY parallela ad AZ. Sarà la vetta VY, la larghezza precisa del muro, che puo resistere alla spinta della suddetta curva catenaria; la quad retta VY, alquanto minore delle canne quattro maltesi, ossia della quinta parte del diametro dato di canne 20: il quale muro viene ad essere assai più forte di quello della Rotonda di Roma, che e grosso una sesta parte del diametro, benchè sostenga una cupola emisferica, che gravita un terzo di più della catenaria, posto il medesimo materiale.
  10. Per maggior conferma della nostra asserzione, che il disegnaio muro di canne 4 di larghezza, è ben valevole a resistere alla cupola, si può riflettere, che il primo terzo della cupola catenaria, ascendente da A a X, non essendo uscito ancora fuori del comun centro di gravita di tutto il muro, come indica la perpendicolare XI; se il muro si considera innalzato tanto da superare col suo peso, il peso del terzo della cupola, da A ad X, potrebbe questo terzo reggere anche distaccato dal resto della catenaria, non altrimenti che il famoso campanile di Pisa, che regge, benchè fuori dell’appiombo, abbia piedi 12 di obliquità: e potendosi, ciò stesso applicare all’altro terzo inferiore della catenaria, non rimarrà per cosi dire che il peso e la spinta del terzo superiore della cupola, detta l’ombone, ossia foggetta, essendo minore di forza, ossia di peso verso trenta volte delle altre due terze parti; sarà soslenuta da forze assai maggiore cioe, da tutto il rimanente di cosi grosso edificio, che per la sua rotondità, (p.19) concorrendo da tutti i lati a conservare la sua forma, non permetterà giammai per la sua molteplice superiorità, che quella parte si difformio per da punto della primiera situazione.
  11. È necessario, bensì qui avvertire, quantunque l’origine della cupola siasi nel nostro conto, posta della larghezza d'una sola canna, questo, però, si deve intendere per quel che riguarda la costruzione ed ossatura della medesima: mentre bisogna innalzare il muro circolare anche nella parte esteriore, sino alla largezza di altre tre canne del tamburro: col solo divario, che dalla nascita della cupola sino al sustarzo cioe da A sin X, converrà restremarlo bel bello, per conservarne le leggi della prospettiva; dovendo, anche al di fuori, uniformarsi alla rotondità della cupola e costituire l’euritmio, onde risulta il Gradevole dell’architettura.
  12. Quando dunque, col premesso compimento esteriore del muro della Rotonda, ci acquista nuovo sostegno ed aumento di resistenza, quando secondo la pratica insegnala dal Signor Dechales, la larghezza del nostro tamburo e regolare anzi superiore assai e piucchè bastante a sostenere una cupola anche di maggior volume: quando la spinta e pressione della catenaria è assai inferiore della sua resistenza, come sopra si è dimostrato alli nri. 6 e 7: quando finalmente la nostra Rotonda è designata in ragion inversa del Panteon, val dire quanto ne ha meno di spinta per la superiorità della catenaria sull’emisferica, altrettante maggior resistenza contiene quella sopra questo per la maggior grossezza del di lei tamburro; chi può mai più dubitarne della solidità e maggior durata possibile, se il Panteon, dopo ventidue, secoli si conserva l’unico Edificio intero della antichità Romana!
  13. Se si vuol indi formare qualche idea della spesa, che esigerà un sì grosso edificio per la sola sua erezione, siccome
    il suo tamburro conterrà, canne cube no. 3718.
    la cupola, verso canne no. 420.
    ed il finimento sopra il tamburro verso canne no. 864.
    cioè in tutto canne cube no. 5002.
    ragionato il costo a scudi 20 la canna Cuba secondo l’attuale pratica, ne esige al di presso di scudi no. 100,040.
    Or in questo calcolo, ho conputati anche i vani delle cappelle ed altri vuoti per compensare i lavori studiati di scoltura, che saranno, senza dubbio, minori nella Rotonda che in qualunque altra figura. Imperocchè la Rotonda, posta la medesima grandezza, contiene minor superficie e lavorio, si nell’esterno, che specialmente nel suo interno, pel risparmio di pilastri isolati di angoli e volte: e produce un lavoro, quanto piu semplice e materiale, altrettanto vi si potran impiegare più di paesani, in (p.20) modo speciale nel fornir il massiccio del muro, nel di cui interno bastano pietre grezze, al maneggio e lavoro delle quali, sono sufficienti anche i meno pratici; sicchè, se esige più rnateriale la Rotonda, richiede però minore spesa di lavorio, il che riuscirà di grand’ economia ai Mustini: i quali sembrano molto disposti a cooperarsi col'le loro persone.
  14. Se finalmente, si addimanda il perchè i Signori Deputati ed il Popolo della Musta, preferisce la Rotonda a qualunque altra figura, suggeriscono di questa loro natura per altro e lodevole determinazione, le seguenti ragioni:
    • Prima — per conservare la chiesa vecchia nel vicino della nuova sino al termine del lavoro; per aver quella popolazione ove celebrar le sacre funzioni, essendo quel villagio privo di altre chiese (Sufficientemente grandi per lo scopo menzionato - Nota dell’Editore).
    • Seconda — per poter fabbricare nello stesso locale della chiesa vecchia e fabbricar a gastrci e non parzialmente: il che non si può ottenere per altra forma, che per la sola rotonda, tanto più che non hanno altro locale; non rimarrà inutile quel sito dopo compito il nuovo edifizio.
    • Terzo — Perchè fra tutte le Geometriche figure, la circolare si è quella, che conta la stessa dimensione, contiene più commodità e maggior superficie; venendo infatti, la nostra, Rotonda a capire 5024 persone, somma superiore appena d’un quinto al numero dell’ attuale popolazione.
    • Quanta — per non toccar punto le sepolture dei morti di peste, di cui è ripiena la chiesa vecchia pel contagio recente del 1813, restando cosi codesti cadaveri sotto il pavimento della nuova Chiesa, dove alcun pilastro o colonna potrà posare su quelli.
    • Quinta — perchè la vecchia chiesa serva al suo esteriore d’armatura alla costruzione della grande cupola, donde risulterà grande economia di legni e lavori.
    • Sesta — perche non dovendo nella nostra Rotonda esservi pilastri o colonne isolate, ne deriverci un’altra non indifferente eeonomia nel Fabbricare.
    • Ultima — finalmente perchè con tal figura si otterrà una larghezza e rarità singolare e sopratutto una varietà desideratissima in Malta, dove quasi tutte le chiese copiate l’un dall’altra servilmente, fanno torto in generale ai Maltesi.
  15. Vi potrebbe forse ricercar da me per corona di tutto, l’ideato edificio se avesse d’onde sposarsi così cospicua e grand’opera? Un quesito a me affatto alieno ed importuno. (p.21) Eppure anche a questo sembra che si possa soddisfare. Primieramente vi è a ciò già destinato tutto il considerevolissimo asse del Degnissimo Signor Curato vecchio Don Felice Calleja: il quale uomo fu il primo a suggerir la Rotonda ove celebro in Roma nel primo biennio del suo sacerdozio; cosi volle rifondere tutta la sua dovizia nel dotarla.

Non mancano inoltre rendite considerevoli in detta chiesa che in più anni formeranno altra somma ragguardevole. Vi si coopererà senza dubbio il Popolo il più affezionato verso la sua chiesa e il più attivo e generoso in linea di Religione. La stessa necessità ond’ è urtato, d’aver un più vasto tempio ove commodamente faccia le sue preci sarà forse la spinta maggior fra tutte ad animarlo a concorrervi ad ogni modo posibile e mancherà poi qualche sussidio avventizio estraordinario per così curiosa e sant’ opera? Le medesime se non maggiori difficoltà senza dubbio han dovuto sormontare i nostri antenati quando ci lasciarono tanti e cosi insigni monumenti!


Concludiamo col famoso epiforema del Gran Filanzieri che nell’ intraprendere opere pubbliche e molto dispendiose, par che sia bizzarrìa pari il pensarvi troppo o il molto poco: nè dee essere finalmente ignota al cortese lettore la massima cotanto raccomandata del Muratori che “la prudenza troppo circospetta spesso diventa la maggior nimica delle più grandi e belle imprese.”


(Siegue la agura soprammenzionata e quivi riprodotta—Nota dell’Editore,)



Documento III


Ai Signori Deputati per la fabrica della nuova Chiesa di Casal Musta


Signori Deputati Veneratissimi,
Musta li 12 Marzo 1834
oggi Mercoledi
a Mattina.


(p.24) Essendomi, come vi e noto, trasferito in Valletta per giorni nove a cagione di alcuni miei urgenti affari d’ inter esse, ed avendo qui fatto ritorno ieri a sera, quale è stata la mia sorpresa dispiacevolissima nello scorgere parecchie filate delle coscie della Porta Maggiore della nuova futura Chiesa costruite su di un profllo il più orribile, e del più corrotto gusto Borominesco! Questa mia maraviglia cresce allorchè io prima di andare in Città vi lasciai la Scelta di due profili del più puro gusto, ne mai avrei creduto che a marcio dispetto dell’arte, e del vero bello avreste lasciato sostituire un simile orrore. Se mai mi direte che siete i padroni assoluti di fare quel che vi aggrada nella vostra nuova Chiesa, io non ve lo contrasto; sia pure come dite; ma se a voi è permesso di deturpare una fabrica che ha già reso celebre il vostro Casale, io non sarò più tenuto di presiedere a detta fabrica, ne di soffrire che sotto la mia direzione qualche muratore o altra persona scevra, di gusto, e di quella pura Teoria dell’Architettura possa a suo piacere deturpare con simili scempiaggini un così bello e costoso edificio.


Pertanto con questa amichevole sono a farvi noto che se non giudicherete a proposito di togliere quella spuria incominciata coscia di portone, e di uniformarvi in avvenire al gusto purgato con cui ho tutto l’impegno di servirvi, e che come vostro architetto mi avete tra molti altri prescelto, io con tutto il dovuto rispetto sono dal mio onore stimolato a significarvi che da oggi in poi non può aver piu forza alcuna il Contratto fra noi stipulato, ed in conseguenza io sarò libero e sciolto da qualunque impegno preso per mio e per vostro onore, rimanendo in piena liberta di continuare a fabricarla a vostro gusto, poichè siete gli assoluti padroni di ciò che e vostro.


Questo è quanto ho l’onore di significarvi con questa amichevole, la quale potra pervenirvi officialmente, e qual mio formate protesto, nel caso che non giudicherete a proposito di rispondermi fra giorni tre in una maniera chiara e soddisfacente, per potere indi conoscere come dovrò regolarmi, e con ciò ho l’onore di ripetermi,              .


Vostro devoto Servitore


L’Architetto, Ingegnere,
(firmato) Giorgio Grongnet.